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ATTO PRIMO SCENA PRIMA Sala, che corrisponde a vari appartamenti. Paolino e Carolina PAOLINO Cara, non dubitar; Mostrati pur serena Presto avrà fin la pena Che va a turbarti il cor. CAROLINA Caro, mi fai sperar; Mi mostrerò più lieta Ma sposa tua segreta Nasconderò il dolor. PAOLINO Forse ne sei pentita? CAROLINA No, sposo mio, mia vita. PAOLINO Dunque perchè non mostr Il tuo primier contento? CAROLINA Perchè vieppiù pavento Quello che può arrivar. Se m'ami, deh! t'affretta L'arcano a palesar. PAOLINO Sì, sposa mia diletta. Ti voglio consolar. PAOLINO, CAROLINA Se amor si gode in pace, Non v'è maggior contento; Ma non v'è ugual tormento, Se ognor s'ha da tremar. CAROLINA Lusinga, no, non c'è. La nostra unione Lungo tempo segreta Non può durar e se si scopre avanti Di quel che ha da scoprirsi, Quale schiamazzo in casa, Qual bisbiglio di fuori, o sposo amato! Nè un trasporto d'amor sarà scusato. PAOLINO Dici il ver vedo tutto. CAROLINA Il padre mio E' un uom rigido, è ver, ma finalmente E' d'un ottimo cor. In sulle furie Monterà al primo istante Che saper gliel farai Ma dopo qualche dì, certa poi sono Che pien d'amor ci accorderà il perdono. PAOLINO Sì questa sicurezza La sola fu che a stringere c'indusse Il nodo clandestino. Ma senti oggi la sorte Occasione propizia a me presenta Di svelare il segreto Con meno di timore. CAROLINA Dimmi, su, presto. Ah! mi consoli il core! PAOLINO Mi è riuscito alla fine Di poter soddisfare All'ambizione del signor Geronimo, Che fanatico ognor s'è dimostrato D'imparentarsi con un titolato. CAROLINA E così? PAOLINO Sarà sposa Del Conte Robinson, mio protettore, Tua sorella maggiore Con cento mila scudi. Or io, d'entrambi Avendo gl'interessi maneggiati, Spero così d'avermeli obbligati. CAROLINA Bene, sì,bene assai. Il Conte impegnerai Perchè sveli a mio padre il nostro arcano. Ma quando egli verrà? PAOLINO Non è lontano. Lo spero in questo giorno, anzi a momenti. Ecco qua la sua lettera Che al signore Geronimo Io devo presentar. Ma parmi appunto Di sentir la sua voce. A casa è ritornato. CAROLINA E' vero, è vero. D'esser presto tranquilla io dunque spero. Io ti lascio, perché uniti Ch'ei ci trovi non sta bene ... Per partire, poi ritorna Ah, tu sai ch'io vivo in pene Se non son vicina a te! PAOLINO Vanne, sì, non è prudenza Di lasciarci trovar soli ... Per partire, poi ritorna Ah! tu sai che il cor m'involi Quando vai lontan da me. CAROLINA No, non viene ... PAOLINO Sì, sì; adesso. PAOLINO, CAROLINA Dammi, dammi un altro amplesso. Ah! pietade troveremo Se il ciel barbaro non è Carolina parte SCENA II Paolino, poi Geronimo PAOLINO Ecco che qui sen vien. Bisogna intanto Ch'io mi avvezzi a parlar in tuon sonoro Per farmi intender bene. Di sordità patisce assai sovente, Ma dice di sentir s'anche non sente. GERONIMO ad alcuni servi Non dovete sbagliar, gente ignorante. Che cosa è questo lei, signor Geronimo! In Italia, i mercanti Che han dei contanti han titol d'illustrissimo Illustrissimo io sono e va benissimo; Se poi ... (ad ogni costo Voglio avere un diploma Che della nobiltà mi metta al rango, Chè chi ha dell'oro ha da sortir dal fango.) Oh! Paolino caro. PAOLINO Ecco una lettera Del conte Robinson, che, per espresso Inclusa in una mia, venuta è adesso. GERONIMO Sì, son venuto adesso. E questa lettera Di chi è? Chi la manda? PAOLINO forte Il conte Robinsone. GERONIMO Il conte Robinson, sì, sì, ho capito. La leggo volentieri. Legge sottovoce Ah, ah, ... comincia bene ... Oh oh, ... séguita meglio ... Ih ... di gioia mi balza il cor in petto! PAOLINO Ah ah, oh oh, ih ih, così ha già letto? GERONIMO Venite, Paolino, Venite, ch'io v'abbracci. E' vostro merito La buona rïuscita; Io vi sono obbligato della vita. PAOLINO (Questo mi dà conforto.) GERONIMO Fra poco il conte genero Sarà qui a sottoscrivere il contratto Elisetta è contessa il tutto è fatto. Con Carolina or poi se mi riesce Di fare un matrimonio eguale a questo, Colla primaria nobiltà m'innesto. PAOLINO (Questo poi mi dà affanno.) GERONIMO Che avete voi? Siete di tristo umore? PAOLINO Io? Signor no. GERONIMO Che? PAOLINO Allegro anzi son io Per queste nozze. GERONIMO Bene. Andate dunque A stare in attenzione Per l'arrivo del Conte; ed ordinate Tutto quel che vi par che vada bene Per poterlo trattar come conviene. Paolino parte SCENA III Geronimo, indi Carolina, Elisetta, Fidalma e Servitori. GERONIMO Orsù, più non si tardi A dar sì lieta nuova alla famiglia. Elisetta! Fidalma! Carolina! Figlie, sorella, amici, servitori, Quanti in casa vi son, vengano fuori. CAROLINA Signor padre? ELISETTA Signor? ... FIDALMA Fratello amato? ... CAROLINA Che avvenne? ELISETTA Cosa c'è? CAROLINA Che cosa è stato? GERONIMO Udite, tutti udite, Le orecchie spalancate, Di giubilo saltate Un matrimonio nobile Per lei concluso è già. Signora Contessina Quest'oggi ella sarà. Via, bacia, mia carina, La mano al tuo papà. Che saltino i denari La festa si prepari Godete tutti quanti Di mia felicità. Sorella mia, che dite? Che dici tu, Elisetta? A Carolina Con quella bocca stretta Per cosa stai tu là? Via, via, che per te ancora Tuo padre ha già pensato Un altro titolato Sua sposa ti farà. E stai col ciglio basso? Non muovi ancor la bocca? Che sciocca! ohimè, che sciocca! Fai rabbia in verità. L'invidia fai conoscere, Che dentro il cor ti sta. Parte SCENA IV Elisetta, Carolina e Fidalma. ELISETTA Signora sorellina, Se io le rammenti un poco ella permetta, Ch'io sono la maggior, lei la cadetta Che perciò le disdice Quell'invidia che mostra; E che in questa occasion meglio faria Se mi pregasse della grazia mia. CAROLINA Ah, ah! della sua grazia, Quantunque singolare, In verità non ne saprei che fare. ELISETTA Sentite la insolente? Io son Contessa, e siete voi un niente. FIDALMA Eccoci qua noi siamo sempre a quella. Tra sorella e sorella, Chi per un po' di fumo, Chi per voler far troppo la vivace, Un solo giorno qui non si sta in pace. ELISETTA Qual fumo ho io? parlate. CAROLINA Qual io vivacità che condannate? ELISETTA Non ho fors'io ragione? FIDALMA Sì, deve rispettarvi. CAROLINA Ho dunque torto io? FIDALMA No, non deve incitarvi. ELISETTA Che? forse io la incito? CAROLINA Che? fors'io la strapazzo? FIDALMA No, niente no, non fate un tal schiamazzo. CAROLINA Io di lei non ho invidia; Non ho rincrescimento Del di lei ingrandimento Sol mi dispiace che in questa occasione Ha di sè stessa troppa presunzione. per partire ELISETTA Il voltarmi le spalle in questo modo E' un'altra impertinenza. CAROLINA Perdoni se ho mancato a Sua Eccellenza. Le faccio un inchino, Contessa garbata; Per essere Dama Si vede ch'è nata; Per altro, per altro Lei rider mi fa. ELISETTA Strillate, crepate. Son Dama e Contessa. Beffar se volete, Beffate voi stessa. Per altro, per altro Creanza non ha. FIDALMA ad Elisetta Quel fumo, mia cara, E' troppo eccedente. a Carolina Voi siete, carina, Un poco insolente. Vergogna! vergogna! Finitela già. CAROLINA Sua serva non sono. ELISETTA Son vostra maggiore. CAROLINA Entrambe siam figlie D'un sol genitore. ELISETTA Stizzosa .... CAROLINA FAmosa ... FIDALMA Finiam questa cosa, Tacetevi là. FIDALMO, CAROLINA, ELISETTA Non posso soffrire La sua inciviltà. FIDALMA Codesto garrir Tra voi ben non sta. Carolina parte SCENA V Fidalma ed Elisetta FIDALMA Chetatevi, e scusatela. Tra poco Voi già andate a marito, ella qui resta Così non vi sarà mai più molesta. Io mi consolo intanto Del vostro matrimonio, e voi tra poco ... Ma zitto, a voi il confido. Ah, non lo dite, Per carità .... ELISETTA Fidatevi, Che segreta son io. FIDALMA Ve ne consolerete ancor del mio. ELISETTA Del vostro? FIDALMA Padrona di me stessa, Ricca pel testamento Del mio primo marito, E in età giovanil, non crederei Che mi diceste stolta Se voglio maritarmi un'altra volta. ELISETTA No, cara la mia zia, Anzi fate benissimo e vi lodo. Ma un dispiacer ben grande Ne sentirà mio padre Che vi dobbiate allontanar da lui, Ei che v'apprezza al par degli occhi sui. FIDALMA Eh, quanto a questo poi, potrebbe darsi Che non m'allontanassi. ELISETTA Posso saper chi sia? FIDALMA No, è troppo presto. Ancor con chi vogl'io Non mi sono spiegata. ELISETTA Ditemi questo almeno è giovanotto? FIDALMA Giovane affatto, affatto. ELISETTA E' bello? FIDALMA Di Cupido egli è un ritratto. ELISETTA E' nobile? FIDALMA Non voglio Spiegarmi d'avvantaggio. ELISETTA E' ricco? ... rispondete. FIDALMA Troppo curiosa, o cara mia, voi siete. (Se mi stuzzica ancora un pocolino, Vado or or a scoprir ch'è Paolino.) E' vero che in casa Io son la padrona, Che m'ama il fratello, Che ognuno m'onora, E' vero ch'io godo La mia libertà. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Sto fuori di casa? Nessun mi dà pena; All'ora che voglio Vo a pranzo, vo a cena. A letto men vado Se n'ho volontà. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Un qualche fastidio E' ver che si prova; Non sempre la donna Contenta si trova. Bisogna soffrire Qualcosa, si sa. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Mia cara ragazza Che andate a provarlo, Fra poco saprete Se il vero vi parlo. E poi mi direte, Son certa di già, Che con un marito, Via, meglio si sta. Partono SCENA VI Geronimo e Carolina GERONIMO Prima che arrivi il Conte, Io voglio rallegrarti; Vuol da tutte le parti Oggi felicitarmi la mia sorte. Senti .... Ma ridi prima, e ridi forte. CAROLINA Non farei, s'io ridessi, Che una cosa sforzata, e senza gusto. GERONIMO Sicuro, ci avrai gusto. Sposa d'un cavalier tu pur sarai; Ora mi venne la proposizione, E in oggi s'ha da far la conclusione. Ridi, ridi, ragazza. CAROLINA (Oh me meschina! Qui nasce una rovina Se Paolin non fa presto.) GERONIMO E perchè mò non ridi, e te ne stai Con quella faccia mesta? CAROLINA Ho dolore di testa. GERONIMO S'egli è un signor di testa? E' un cavaliere; E non vuoi che sia un uom ch'abbia talento? CAROLINA (Ah, mi manca il consiglio in tal momento!) SCENA VII Paolino e detti; poi il Conte, Elisetta, indi Fidalma. PAOLINO forte Signore, ecco qua il Conte. GERONIMO Il Conte? Oh! presto, presto ... Rimettiamo il discorso ... Scendiamo ad incontrarlo fin abbasso. PAOLINO Ecco che ha più di noi veloce il passo. CONTE Senza tante cerimonie, Alla buona, vengo avanti. Riverisco tutti quanti. Non s'incomodin, non voglio, Complimenti far non soglio Sol do al suocero un abbraccio; a Fidalma Servitore a lei mi faccio Dal dover non m'allontano; ad Elisetta Bacio a lei la bella mano ... a Carolina Vengo a lei, sì, vengo a lei, Che ha quegli occhi così bei ... Paolino, amico mio, Qui sol regna grazia e brio. Bravo padre! brave figlie! Siete incanti, meraviglie, Siete gioie .... Ma scusate; Ch'io respiri almen lasciate, O il polmon mi creperà. ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA Prenda pure, prenda fiato, Seguitare poi potrà. PAOLINO (Che fa troppo il caricato Non s'accorge, non lo sa.) GERONIMO (L'ho sentito l'ho ascoltato, Ma capito non l'ho già.) PAOLINO, GERONIMO, ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA (Che un tamburo abbia suonato Mi è sembrato in verità.) CONTE Senza essere affettato, Mi distinguo in civiltà. Orsù, senza far punto cerimonie, Ch'io le abborrisco già, suocero caro, Benchè la prima volta Questa sia che permesso Mi è di veder l'amabile mia sposa, Pur dicendomi il core Quale fra le tre Dive La mia Venere sia, Con vostra permissione allegro e franco Io me le vado a situare a fianco. GERONIMO Certo sarete stanco, io ve lo credo, Conte, genero amato. Ehi, da sedere! CONTE No, no, non dico questo No, vo' seder. Son fresco, e son robusto, E il correr per le poste a me non nuoce. PAOLINO Convien che alziate un poco più la voce. CONTE Con vostra permissione, Vado appresso alla sposa Per farle un conveniente complimento. GERONIMO Oh, servitevi pure, Chè questo, Conte mio, ci va de jure. Ed io, che so che in tali incontri il padre Importuno diventa, Me ne andrò con Paolino A far qualche altra cosa La sorella e la zia stian con la sposa. Parte con Paolino SCENA VIII Il Conte, Carolina, Fidalma ed Elisetta CONTE accostandosi a Carolina Permettetemi dunque, Cara la mia sposina ... CAROLINA Oh, no, signore Sbagliate; io non sono quella. Quella che ha tanto onore è mia sorella. CONTE Sbaglio? ELISETTA Sicuramente. CAROLINA Di là, di là convien che vi voltiate. FIDALMA Di qua, di qua. CONTE Signora mia, scusate. A Fidalma Voi dunque ... FIDALMA No, signor, sbagliate ancora. CONTE Sbaglio ancora? ELISETTA Sicuro. Ma che faccia da scherzo io mi figuro. Quella son io che il Ciel vi diede in sorte; Quella son io, che merita l'onore Di stringervi la man, di darvi il core. CONTE (Diamine!) Voi la sposa? ELISETTA Che vuol dir tal sorpresa? CONTE Eh! niente, niente. Perdonatemi io credo Che vogliate qui far, mie signorine, Un poco di commedia. Or via, vi prego Di non voler tirar più a lungo il gioco. A Carolina Mi inganno, o non m'inganno? Siete voi la mia sposa, o non la siete? CAROLINA No, signor, ve l'ho detto, è mia sorella. FIDALMA E' questa, è questa. ELISETTA Io, sì signor, son quella, E vi par forse ch'io ... CONTE No ... ma ... scusatemi ... Voi dunque certamente? ELISETTA Certo. FIDALMA Sicuro. CAROLINA Indubitatamente. CONTE Il core m'ha ingannato, E rimango dolente e sconsolato. Da sè Sento in petto un freddo gelo Che cercando mi va il cor; Sol quell'altra, giusto cielo! Può ispirarmi un dolce ardor. ELISETTA da sè Tal sorpresa intendo appie Cosa vuol significar; Sento in petto un rio veleno Che mi viene a lacerar. CAROLINA da sè Freddo, freddo egli è restato, Lei confusa se ne sta. Così un poco castigato Il suo orgoglio resterà. FIDALMA da sè In silenzio ognun qui resta, E so ben quel che vuol dir. Una torbida tempesta Già mi sembra di scoprir. CONTE, ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA Un orgasmo ho dentro il seno, Palpitando il cor mi va. Più non veggo il ciel sereno, Più non so quel che sarà. Partono SCENA IX Gabinetto; Paolino, poi Carolina. PAOLINO Più a lungo la scoperta Non deggio differir. Il Conte alfine E' un uom di mondo, un uom d'esperïenza, Mi vuol del bene, e mi darà assistenza. CAROLINA Ah, Paolino mio ... PAOLINO Sposa mia cara ... CAROLINA Di poterti aver solo Io non vedevo l'ora. Sappi che ogni dimora E' omai precipitosa; Mio padre a un Cavalier va a farmi sposa. PAOLINO Ci mancava anche questa Per più inasprirlo al caso! Ma non perdo il coraggio. Al conte subito Vado a raccomandarmi. CAROLINA Ma se sdegnasse il Conte D'entrar in questo impegno? PAOLINO Di lui punto non dubito; Ma al caso disperato, o cara mia, A pie' mi metterei della tua zia Sa essa cos'è amore, E del fratello suo possiede il core. CAROLINA E te ne fideresti? PAOLINO Sì con bontà mi tratta, e con dolcezza, Anzi, quasi direi che m'accarezza. CAROLINA In qualunque maniera Non devi differir. Vedi là il Conte, Cogli questo momento. Datti coraggio; io mi ritiro intanto Tutta, tutta agitata. Ti assista amor che la cagion n'è stata. PAOLINO Cara, son tutto vostro. Amor pietoso, Quanto grato ti sono. Anima mia, Della gioia l'eccesso Quasi quasi mi trae fuor di me stesso, Brillar mi sento il core, Mi sento giubilar; Ah! più felice amore Di questo non si dà. Datemi, o cara, un pegno D'amore e fedeltà; Io sono un impaziente Che tollerar non sa. Carolina parte SCENA X Paolino, poi il Conte. PAOLINO Sì, coraggio mi faccio Giacchè solo qui viene. CONTE Amico mio, Io vo di te cercando, Smanioso, ansioso, ch'è di già mezz'ora. Ho di te gran bisogno. PAOLINO Ed io di voi. |CONTE Sì quello che tu vuoi. – Per te son io, Ma prima dir mi lascia il fatto mio. PAOLINO Sì, signore, parlate. CONTE All'amor, Paolino, Che sempre t'ho portato, Sempre tu fosti grato. Però non serve qui di far preamboli; Ma veniamo alla breve, Chè, senza far un giro di parole, Ciascheduno può dir quello che vuole. PAOLINO Benissimo. Veniamo dunque al fatto. CONTE Tu sai che ho già disposto Di richiamarti a casa Fra pochi mesi, e darti del contante Perchè tu pur divenga un buon mercante. Sì, già lo sai, non serve un tal racconto; Ma, alla breve, alla breve, Quello che si vuol dir, dire si deve. PAOLINO Ebbene, signor mio, Lo sbrigarvi sta a voi. CONTE Sentimi dunque. Sia com'esser si voglia, O per l'una o per l'altra Delle ragioni che non si comprendono, O sia come si sia, Perchè fare gran chiacchiere non soglio; La sposa non mi piace, e non la voglio. PAOLINO Che cosa dite adesso? ONTE Dico assolutamente Che non la voglio. PAOLINO E come mai potreste Oggi disimpegnarvene? CONTE Facilissimamente. Invece di sposare la maggiore Sposerò la cadetta Dei cento mila invece per la dote, Sol di cinquanta mila io mi contento. Ecco tutto aggiustato in un momento. Quella, quella mi piace, Quella m'ha innamorato. Ora, da bravo Vanne, fa presto, al padre ciò proponi. Sciogli, conchiudi, e poi di me disponi. PAOLINO (Me infelice!) CONTE Cos'hai? PAOLINO Niente, signore. CONTE Va dunque, va, fa presto. PAOLINO (Misero me, che contrattempo è questo!) Signor, deh concedete ... Sdegnarvi io non vorrei ... Pensate, riflettete ... Il dispiacer di lei .... La civiltà, l'onore ... Di tutti lo stupore ... Ah, che mi vo' a confondere! Ah, più non so che dir! CONTE Tu cosa vai dicendo, Tu cosa vai seccando? Non star più discorrendo, A te mi raccomando. L'amabile cadetta Mi stimola, m'affretta; Non posso più resistere, Mi sento incenerir. PAOLINO Quel fuoco che v'accende, Un altro forse offende .... Ah, sento proprio il core Che in sen mi va a languir! CONTE Il fuoco che m'accende Da me più non dipende Non sposo la maggiore Se credo di morir. Partono SCENA XI Carolina, poi il Conte. CAROLINA Paolino ritarda Con la risposta; ed io l'aspetto ansiosa; E allor che qualche cosa Con ansietà si aspetta, Ogni minuto vi diventa un'ora. Ma cosa fa che non ritorna ancora? Quel pur che vedo è il Conte. Un segno è questo Che il discorso è finito. Ed ei qui viene senza mio marito! CONTE (Non trascuro il momento.) Oh, Carolina! La sorte mi è propizia, Perchè lontani dall'altrui presenza Io vi posso parlar con confidenza. CAROLINA Oh! questo è quell'appunto Che bramavo ancor io. CONTE Lo bramavate, sì? (Ciò mi consola.) Veramente Paolino Ve lo dovea dir lui; Ma pronta l'occasion trovando adesso, Quello ch'ei vi diria vel dico io stesso. CAROLINA Dite, dite, parlate, e voglia il cielo Che le vostre parole Dieno al mio core di speranza un raggio. CONTE (Questa già m'ama anch'essa. Orsù, coraggio.) Ah, mia cara ragazza, Amor ha un gran poter! Voi che ne dite? CAROLINA Quello che dite voi. CONTE E quelle debolezze Che vengono d'amor, se ancor son strane, S'hanno da compatir fra genti umane. CAROLINA Io sono certamente Del vostro sentimento. Or seguitate, Ditemi tutto il resto. Se conoscete amor, mi basta questo. CONTE Quand'è così, stringiamo l'argomento. CAROLINA Veniamo pure al punto. CONTE Io son venuto Per sposar Elisetta, ma che serve Ch'io venuto ci sia, Quando non ho per lei che antipatia? E quando a prima vista M'avete fatto voi vostra conquista? CAROLINA Io! cosa avete detto? CONTE Voi! cosa avete inteso? CAROLINA E' questo solo quel che avete a dirmi? CONTE Questo, sì, questo. E voi Che ben sapete compatir l'amore, Scusando il mio trasporto, Darete all'amor mio qualche conforto. CAROLINA E nel momento istesso Di dover adempire a un sacro impegno Manchereste di fede? Io scuso bene, Chiunque si lascia trasportar d'amore; Ma non uno che manca al proprio onore. CONTE Oh, oh, voi date in serio. Ed io tutt'altro Mi aspettava da voi. CAROLINA Tutt'altro anch'io mi credea di sentire. CONTE Di sentir cosa? CAROLINA Io non ve l'ho da dire. CONTE All'onor si rimedia Sposando voi per lei. CAROLINA Questa cosa accordar io non potrei. Perdonate, signor mio, Se vi lascio e fo partenza. Io per essere Eccellenza Non mi sento volontà. Tanto onore è riservato A chi ha un merto singolare, A chi in circolo sa stare Con sussiego e gravità. Io meschina vo alla buona, Io cammino alla carlona, Son piccina di figura, Io non ho disinvoltura; Non ho lingua, non so niente, Farei torto veramente Alla vostra nobiltà. Se mi parla alla francese, Che volete ch'io risponda? Non so dire che monsieur. Se qualcun mi parla inglese, Ben convien che mi confonda. Non intendo che auduiudu. Se poi vien qualche tedesco, Vuol star fresco, vuol star fresco, Non intendo una parola. Sono infatti una figliuola Di buon fondo e niente più. Parte SCENA XII CONTE solo Io resto ancora attonito. Ha equivocato lei? Ho equivocato io? Che cosa è stato? Un granchio tutt'e due qui abbiam pigliato. Ma io son uom di mondo, e ben capisco Da quel suo dir sagace e simulato Ch'ella già tiene qualche innamorato. Ma voglio seguitarla. Ma il vo' saper da lei Per poter pensar meglio a' casi miei. Parte SCENA XIII Geronimo, Elisetta, Fidalma, poi Paolino. GERONIMO Tu mi dici che del Conte Malcontenta sei del tratto Quello è un uomo molto astratto, Lo conosco e ben lo so. ELISETTA Ma un'occhiata almeno graziosa Ottenuta pur non ho. FIDALMA Veramente colla sposa Trattar peggio non si può. GERONIMO Voi credete che i signori Faccian come i plebei; Voi credete che gli sposi Faccian come i cicisbei. No, signore, tante cose, Non le fanno, signor no. PAOLINO Mio signore, se vi piace Di vedere l'apparato Tutto quanto è preparato Con gran lustro e proprietà. GERONIMO Come? quando? cos'hai detto? PAOLINO parola per parola forte Tutto quanto ... è preparato ... Nella sala ... del banchetto ... Con gran lustro e proprietà. GERONIMO Vanne al diavolo, balordo, Forse credi ch'io sia sordo? Non patisco sordità. ELISETTA, FIDALMA, GERONIMO, PAOLINO Andiam subito a vedere La gran tavola e il dessere Che onor grande mi / vi farà. Partono SCENA IV Carolina ed il Conte. CAROLINA Lasciatemi, signore, Non state a infastidirmi. CONTE Se libero è quel core Vi prego sol di dirmi. CAROLINA Che non ho amante alcuno Vi posso assicurar. CONTE Voi dunque la mia brama Potete contentar. CAROLINA Lasciatemi, vi prego, Lasciatemi, deh! andar. CONTE Non lasciovi, mia bella, Sortir da questa stanza, Comparisce Elisetta che si tiene in disparte Se un raggio di speranza Non date a questo cor. CAROLINA Tornate, deh! in voi stesso. CONTE Io v'amo già all'eccesso. CAROLINA Pensate a mia sorella. CONTE Per lei non sento amor. S'io sposo voi per quella Non manco già al mio onor. SCENA XV Elisetta che si avanza e detti, poi Fidalma. ELISETTA No, indegno, traditore. No, anima malnata No, trista disgraziata, Mai questo non sarà. Per questo tradimento Che mi si viene a fare, Io voglio sussurrare La casa e la città. CONTE Strillate, non mi curo. CAROLINA Sentite ... ELISETTA No, fraschetta. CAROLINA Ma prima ... ELISETTA Vo' vendetta. CAROLINA, CONTE In mei / lei non c'è reità. FIDALMA Che cosa è questo strepito? ELISETTA Di fede il mancatore Con essa fa all'amore, Ed io l'ascoltai qua. FIDALMA Uh! uh! che mancamento! Non credo a quel che sento. SCENA XVI Geronimo che sopraggiunge, e detti, poi Paolino. FIDALMA Silenzio, silenzio, Che vien mio fratello; Non s'ha per prudenza Da fare un bordello; L'affar delicato E' troppo da sè. GERONIMO Sentire mi parve Un strepito, un chiasso! Che fate? gridate? Ovvero è per spasso? Che cosa è accaduto? Ognun qui sta muto? Di dirmi vi piaccia Che diavolo c'è. PAOLINO (La cara mia sposa Dal capo alle piante Mi sembra tremante Oh povero me!) CONTE, CAROLINA, FIDALMA, ELISETTA Che tristo silenzio! Così non va bene, Parlare conviene, Parlare si de'. PAOLINO - GERONIMO Che tristo silenzio! Sospetto mi viene; Vi son delle scene, Saperlo si de'. GERONIMO Orsù, saper conviene Che fu. Che cos'è stato? CAROLINA Il fatto sol proviene D'avere mal inteso. additando Elisetta Equivoco ha lei preso E il Conte il motivò. ELISETTA Ciò non è vero niente, Il fatto è differente Parlate con mia zia, Che anch'io poi parlerò. FIDALMA Sappiate, fratel mio, Che qua ci sta un imbroglio; Ma adesso dir nol voglio, Chè bene ancor nol so. GERONIMO Io non capisco affatto. CONTE tirandolo da una parte Sappiate, con sua pace, La sposa non mi piace; La sua minor sorella Mi sembra la più bella. Ma poi, ma poi con comodo Il tutto vi dirò. GERONIMO Eh, andate tutti al diavolo! Ba, ba, ce, ce, sì presto ... Un balbettare è questo, Che intender chi lo può? PAOLINO Ma che mistero è questo? Chi intendere lo può? CAROLINA – CONTE Le orecchie non stancate. ELISETTA – FIDALMA Affanno non vi date; Da me, da me saprete Qual sia la verità. GERONIMO La testa m'imbrogliate, La testa mi fendete Tacete, deh! tacete, Andate via di qua. PAOLINO Per imbrogliar la testa, Che confusione è questa! Capite, se potete, Qual sia la verità! ATTO PRIMO SCENA PRIMA Sala, che corrisponde a vari appartamenti. Paolino e Carolina PAOLINO Cara, non dubitar; Mostrati pur serena Presto avrà fin la pena Che va a turbarti il cor. CAROLINA Caro, mi fai sperar; Mi mostrerò più lieta Ma sposa tua segreta Nasconderò il dolor. PAOLINO Forse ne sei pentita? CAROLINA No, sposo mio, mia vita. PAOLINO Dunque perchè non mostr Il tuo primier contento? CAROLINA Perchè vieppiù pavento Quello che può arrivar. Se m'ami, deh! t'affretta L'arcano a palesar. PAOLINO Sì, sposa mia diletta. Ti voglio consolar. PAOLINO, CAROLINA Se amor si gode in pace, Non v'è maggior contento; Ma non v'è ugual tormento, Se ognor s'ha da tremar. CAROLINA Lusinga, no, non c'è. La nostra unione Lungo tempo segreta Non può durar e se si scopre avanti Di quel che ha da scoprirsi, Quale schiamazzo in casa, Qual bisbiglio di fuori, o sposo amato! Nè un trasporto d'amor sarà scusato. PAOLINO Dici il ver vedo tutto. CAROLINA Il padre mio E' un uom rigido, è ver, ma finalmente E' d'un ottimo cor. In sulle furie Monterà al primo istante Che saper gliel farai Ma dopo qualche dì, certa poi sono Che pien d'amor ci accorderà il perdono. PAOLINO Sì questa sicurezza La sola fu che a stringere c'indusse Il nodo clandestino. Ma senti oggi la sorte Occasione propizia a me presenta Di svelare il segreto Con meno di timore. CAROLINA Dimmi, su, presto. Ah! mi consoli il core! PAOLINO Mi è riuscito alla fine Di poter soddisfare All'ambizione del signor Geronimo, Che fanatico ognor s'è dimostrato D'imparentarsi con un titolato. CAROLINA E così? PAOLINO Sarà sposa Del Conte Robinson, mio protettore, Tua sorella maggiore Con cento mila scudi. Or io, d'entrambi Avendo gl'interessi maneggiati, Spero così d'avermeli obbligati. CAROLINA Bene, sì,bene assai. Il Conte impegnerai Perchè sveli a mio padre il nostro arcano. Ma quando egli verrà? PAOLINO Non è lontano. Lo spero in questo giorno, anzi a momenti. Ecco qua la sua lettera Che al signore Geronimo Io devo presentar. Ma parmi appunto Di sentir la sua voce. A casa è ritornato. CAROLINA E' vero, è vero. D'esser presto tranquilla io dunque spero. Io ti lascio, perché uniti Ch'ei ci trovi non sta bene ... Per partire, poi ritorna Ah, tu sai ch'io vivo in pene Se non son vicina a te! PAOLINO Vanne, sì, non è prudenza Di lasciarci trovar soli ... Per partire, poi ritorna Ah! tu sai che il cor m'involi Quando vai lontan da me. CAROLINA No, non viene ... PAOLINO Sì, sì; adesso. PAOLINO, CAROLINA Dammi, dammi un altro amplesso. Ah! pietade troveremo Se il ciel barbaro non è Carolina parte SCENA II Paolino, poi Geronimo PAOLINO Ecco che qui sen vien. Bisogna intanto Ch'io mi avvezzi a parlar in tuon sonoro Per farmi intender bene. Di sordità patisce assai sovente, Ma dice di sentir s'anche non sente. GERONIMO ad alcuni servi Non dovete sbagliar, gente ignorante. Che cosa è questo lei, signor Geronimo! In Italia, i mercanti Che han dei contanti han titol d'illustrissimo Illustrissimo io sono e va benissimo; Se poi ... (ad ogni costo Voglio avere un diploma Che della nobiltà mi metta al rango, Chè chi ha dell'oro ha da sortir dal fango.) Oh! Paolino caro. PAOLINO Ecco una lettera Del conte Robinson, che, per espresso Inclusa in una mia, venuta è adesso. GERONIMO Sì, son venuto adesso. E questa lettera Di chi è? Chi la manda? PAOLINO forte Il conte Robinsone. GERONIMO Il conte Robinson, sì, sì, ho capito. La leggo volentieri. Legge sottovoce Ah, ah, ... comincia bene ... Oh oh, ... séguita meglio ... Ih ... di gioia mi balza il cor in petto! PAOLINO Ah ah, oh oh, ih ih, così ha già letto? GERONIMO Venite, Paolino, Venite, ch'io v'abbracci. E' vostro merito La buona rïuscita; Io vi sono obbligato della vita. PAOLINO (Questo mi dà conforto.) GERONIMO Fra poco il conte genero Sarà qui a sottoscrivere il contratto Elisetta è contessa il tutto è fatto. Con Carolina or poi se mi riesce Di fare un matrimonio eguale a questo, Colla primaria nobiltà m'innesto. PAOLINO (Questo poi mi dà affanno.) GERONIMO Che avete voi? Siete di tristo umore? PAOLINO Io? Signor no. GERONIMO Che? PAOLINO Allegro anzi son io Per queste nozze. GERONIMO Bene. Andate dunque A stare in attenzione Per l'arrivo del Conte; ed ordinate Tutto quel che vi par che vada bene Per poterlo trattar come conviene. Paolino parte SCENA III Geronimo, indi Carolina, Elisetta, Fidalma e Servitori. GERONIMO Orsù, più non si tardi A dar sì lieta nuova alla famiglia. Elisetta! Fidalma! Carolina! Figlie, sorella, amici, servitori, Quanti in casa vi son, vengano fuori. CAROLINA Signor padre? ELISETTA Signor? ... FIDALMA Fratello amato? ... CAROLINA Che avvenne? ELISETTA Cosa c'è? CAROLINA Che cosa è stato? GERONIMO Udite, tutti udite, Le orecchie spalancate, Di giubilo saltate Un matrimonio nobile Per lei concluso è già. Signora Contessina Quest'oggi ella sarà. Via, bacia, mia carina, La mano al tuo papà. Che saltino i denari La festa si prepari Godete tutti quanti Di mia felicità. Sorella mia, che dite? Che dici tu, Elisetta? A Carolina Con quella bocca stretta Per cosa stai tu là? Via, via, che per te ancora Tuo padre ha già pensato Un altro titolato Sua sposa ti farà. E stai col ciglio basso? Non muovi ancor la bocca? Che sciocca! ohimè, che sciocca! Fai rabbia in verità. L'invidia fai conoscere, Che dentro il cor ti sta. Parte SCENA IV Elisetta, Carolina e Fidalma. ELISETTA Signora sorellina, Se io le rammenti un poco ella permetta, Ch'io sono la maggior, lei la cadetta Che perciò le disdice Quell'invidia che mostra; E che in questa occasion meglio faria Se mi pregasse della grazia mia. CAROLINA Ah, ah! della sua grazia, Quantunque singolare, In verità non ne saprei che fare. ELISETTA Sentite la insolente? Io son Contessa, e siete voi un niente. FIDALMA Eccoci qua noi siamo sempre a quella. Tra sorella e sorella, Chi per un po' di fumo, Chi per voler far troppo la vivace, Un solo giorno qui non si sta in pace. ELISETTA Qual fumo ho io? parlate. CAROLINA Qual io vivacità che condannate? ELISETTA Non ho fors'io ragione? FIDALMA Sì, deve rispettarvi. CAROLINA Ho dunque torto io? FIDALMA No, non deve incitarvi. ELISETTA Che? forse io la incito? CAROLINA Che? fors'io la strapazzo? FIDALMA No, niente no, non fate un tal schiamazzo. CAROLINA Io di lei non ho invidia; Non ho rincrescimento Del di lei ingrandimento Sol mi dispiace che in questa occasione Ha di sè stessa troppa presunzione. per partire ELISETTA Il voltarmi le spalle in questo modo E' un'altra impertinenza. CAROLINA Perdoni se ho mancato a Sua Eccellenza. Le faccio un inchino, Contessa garbata; Per essere Dama Si vede ch'è nata; Per altro, per altro Lei rider mi fa. ELISETTA Strillate, crepate. Son Dama e Contessa. Beffar se volete, Beffate voi stessa. Per altro, per altro Creanza non ha. FIDALMA ad Elisetta Quel fumo, mia cara, E' troppo eccedente. a Carolina Voi siete, carina, Un poco insolente. Vergogna! vergogna! Finitela già. CAROLINA Sua serva non sono. ELISETTA Son vostra maggiore. CAROLINA Entrambe siam figlie D'un sol genitore. ELISETTA Stizzosa .... CAROLINA FAmosa ... FIDALMA Finiam questa cosa, Tacetevi là. FIDALMO, CAROLINA, ELISETTA Non posso soffrire La sua inciviltà. FIDALMA Codesto garrir Tra voi ben non sta. Carolina parte SCENA V Fidalma ed Elisetta FIDALMA Chetatevi, e scusatela. Tra poco Voi già andate a marito, ella qui resta Così non vi sarà mai più molesta. Io mi consolo intanto Del vostro matrimonio, e voi tra poco ... Ma zitto, a voi il confido. Ah, non lo dite, Per carità .... ELISETTA Fidatevi, Che segreta son io. FIDALMA Ve ne consolerete ancor del mio. ELISETTA Del vostro? FIDALMA Padrona di me stessa, Ricca pel testamento Del mio primo marito, E in età giovanil, non crederei Che mi diceste stolta Se voglio maritarmi un'altra volta. ELISETTA No, cara la mia zia, Anzi fate benissimo e vi lodo. Ma un dispiacer ben grande Ne sentirà mio padre Che vi dobbiate allontanar da lui, Ei che v'apprezza al par degli occhi sui. FIDALMA Eh, quanto a questo poi, potrebbe darsi Che non m'allontanassi. ELISETTA Posso saper chi sia? FIDALMA No, è troppo presto. Ancor con chi vogl'io Non mi sono spiegata. ELISETTA Ditemi questo almeno è giovanotto? FIDALMA Giovane affatto, affatto. ELISETTA E' bello? FIDALMA Di Cupido egli è un ritratto. ELISETTA E' nobile? FIDALMA Non voglio Spiegarmi d'avvantaggio. ELISETTA E' ricco? ... rispondete. FIDALMA Troppo curiosa, o cara mia, voi siete. (Se mi stuzzica ancora un pocolino, Vado or or a scoprir ch'è Paolino.) E' vero che in casa Io son la padrona, Che m'ama il fratello, Che ognuno m'onora, E' vero ch'io godo La mia libertà. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Sto fuori di casa? Nessun mi dà pena; All'ora che voglio Vo a pranzo, vo a cena. A letto men vado Se n'ho volontà. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Un qualche fastidio E' ver che si prova; Non sempre la donna Contenta si trova. Bisogna soffrire Qualcosa, si sa. Ma con un marito, Via, meglio si sta. Mia cara ragazza Che andate a provarlo, Fra poco saprete Se il vero vi parlo. E poi mi direte, Son certa di già, Che con un marito, Via, meglio si sta. Partono SCENA VI Geronimo e Carolina GERONIMO Prima che arrivi il Conte, Io voglio rallegrarti; Vuol da tutte le parti Oggi felicitarmi la mia sorte. Senti .... Ma ridi prima, e ridi forte. CAROLINA Non farei, s'io ridessi, Che una cosa sforzata, e senza gusto. GERONIMO Sicuro, ci avrai gusto. Sposa d'un cavalier tu pur sarai; Ora mi venne la proposizione, E in oggi s'ha da far la conclusione. Ridi, ridi, ragazza. CAROLINA (Oh me meschina! Qui nasce una rovina Se Paolin non fa presto.) GERONIMO E perchè mò non ridi, e te ne stai Con quella faccia mesta? CAROLINA Ho dolore di testa. GERONIMO S'egli è un signor di testa? E' un cavaliere; E non vuoi che sia un uom ch'abbia talento? CAROLINA (Ah, mi manca il consiglio in tal momento!) SCENA VII Paolino e detti; poi il Conte, Elisetta, indi Fidalma. PAOLINO forte Signore, ecco qua il Conte. GERONIMO Il Conte? Oh! presto, presto ... Rimettiamo il discorso ... Scendiamo ad incontrarlo fin abbasso. PAOLINO Ecco che ha più di noi veloce il passo. CONTE Senza tante cerimonie, Alla buona, vengo avanti. Riverisco tutti quanti. Non s'incomodin, non voglio, Complimenti far non soglio Sol do al suocero un abbraccio; a Fidalma Servitore a lei mi faccio Dal dover non m'allontano; ad Elisetta Bacio a lei la bella mano ... a Carolina Vengo a lei, sì, vengo a lei, Che ha quegli occhi così bei ... Paolino, amico mio, Qui sol regna grazia e brio. Bravo padre! brave figlie! Siete incanti, meraviglie, Siete gioie .... Ma scusate; Ch'io respiri almen lasciate, O il polmon mi creperà. ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA Prenda pure, prenda fiato, Seguitare poi potrà. PAOLINO (Che fa troppo il caricato Non s'accorge, non lo sa.) GERONIMO (L'ho sentito l'ho ascoltato, Ma capito non l'ho già.) PAOLINO, GERONIMO, ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA (Che un tamburo abbia suonato Mi è sembrato in verità.) CONTE Senza essere affettato, Mi distinguo in civiltà. Orsù, senza far punto cerimonie, Ch'io le abborrisco già, suocero caro, Benchè la prima volta Questa sia che permesso Mi è di veder l'amabile mia sposa, Pur dicendomi il core Quale fra le tre Dive La mia Venere sia, Con vostra permissione allegro e franco Io me le vado a situare a fianco. GERONIMO Certo sarete stanco, io ve lo credo, Conte, genero amato. Ehi, da sedere! CONTE No, no, non dico questo No, vo' seder. Son fresco, e son robusto, E il correr per le poste a me non nuoce. PAOLINO Convien che alziate un poco più la voce. CONTE Con vostra permissione, Vado appresso alla sposa Per farle un conveniente complimento. GERONIMO Oh, servitevi pure, Chè questo, Conte mio, ci va de jure. Ed io, che so che in tali incontri il padre Importuno diventa, Me ne andrò con Paolino A far qualche altra cosa La sorella e la zia stian con la sposa. Parte con Paolino SCENA VIII Il Conte, Carolina, Fidalma ed Elisetta CONTE accostandosi a Carolina Permettetemi dunque, Cara la mia sposina ... CAROLINA Oh, no, signore Sbagliate; io non sono quella. Quella che ha tanto onore è mia sorella. CONTE Sbaglio? ELISETTA Sicuramente. CAROLINA Di là, di là convien che vi voltiate. FIDALMA Di qua, di qua. CONTE Signora mia, scusate. A Fidalma Voi dunque ... FIDALMA No, signor, sbagliate ancora. CONTE Sbaglio ancora? ELISETTA Sicuro. Ma che faccia da scherzo io mi figuro. Quella son io che il Ciel vi diede in sorte; Quella son io, che merita l'onore Di stringervi la man, di darvi il core. CONTE (Diamine!) Voi la sposa? ELISETTA Che vuol dir tal sorpresa? CONTE Eh! niente, niente. Perdonatemi io credo Che vogliate qui far, mie signorine, Un poco di commedia. Or via, vi prego Di non voler tirar più a lungo il gioco. A Carolina Mi inganno, o non m'inganno? Siete voi la mia sposa, o non la siete? CAROLINA No, signor, ve l'ho detto, è mia sorella. FIDALMA E' questa, è questa. ELISETTA Io, sì signor, son quella, E vi par forse ch'io ... CONTE No ... ma ... scusatemi ... Voi dunque certamente? ELISETTA Certo. FIDALMA Sicuro. CAROLINA Indubitatamente. CONTE Il core m'ha ingannato, E rimango dolente e sconsolato. Da sè Sento in petto un freddo gelo Che cercando mi va il cor; Sol quell'altra, giusto cielo! Può ispirarmi un dolce ardor. ELISETTA da sè Tal sorpresa intendo appie Cosa vuol significar; Sento in petto un rio veleno Che mi viene a lacerar. CAROLINA da sè Freddo, freddo egli è restato, Lei confusa se ne sta. Così un poco castigato Il suo orgoglio resterà. FIDALMA da sè In silenzio ognun qui resta, E so ben quel che vuol dir. Una torbida tempesta Già mi sembra di scoprir. CONTE, ELISETTA, CAROLINA, FIDALMA Un orgasmo ho dentro il seno, Palpitando il cor mi va. Più non veggo il ciel sereno, Più non so quel che sarà. Partono SCENA IX Gabinetto; Paolino, poi Carolina. PAOLINO Più a lungo la scoperta Non deggio differir. Il Conte alfine E' un uom di mondo, un uom d'esperïenza, Mi vuol del bene, e mi darà assistenza. CAROLINA Ah, Paolino mio ... PAOLINO Sposa mia cara ... CAROLINA Di poterti aver solo Io non vedevo l'ora. Sappi che ogni dimora E' omai precipitosa; Mio padre a un Cavalier va a farmi sposa. PAOLINO Ci mancava anche questa Per più inasprirlo al caso! Ma non perdo il coraggio. Al conte subito Vado a raccomandarmi. CAROLINA Ma se sdegnasse il Conte D'entrar in questo impegno? PAOLINO Di lui punto non dubito; Ma al caso disperato, o cara mia, A pie' mi metterei della tua zia Sa essa cos'è amore, E del fratello suo possiede il core. CAROLINA E te ne fideresti? PAOLINO Sì con bontà mi tratta, e con dolcezza, Anzi, quasi direi che m'accarezza. CAROLINA In qualunque maniera Non devi differir. Vedi là il Conte, Cogli questo momento. Datti coraggio; io mi ritiro intanto Tutta, tutta agitata. Ti assista amor che la cagion n'è stata. PAOLINO Cara, son tutto vostro. Amor pietoso, Quanto grato ti sono. Anima mia, Della gioia l'eccesso Quasi quasi mi trae fuor di me stesso, Brillar mi sento il core, Mi sento giubilar; Ah! più felice amore Di questo non si dà. Datemi, o cara, un pegno D'amore e fedeltà; Io sono un impaziente Che tollerar non sa. Carolina parte SCENA X Paolino, poi il Conte. PAOLINO Sì, coraggio mi faccio Giacchè solo qui viene. CONTE Amico mio, Io vo di te cercando, Smanioso, ansioso, ch'è di già mezz'ora. Ho di te gran bisogno. PAOLINO Ed io di voi. |CONTE Sì quello che tu vuoi. – Per te son io, Ma prima dir mi lascia il fatto mio. PAOLINO Sì, signore, parlate. CONTE All'amor, Paolino, Che sempre t'ho portato, Sempre tu fosti grato. Però non serve qui di far preamboli; Ma veniamo alla breve, Chè, senza far un giro di parole, Ciascheduno può dir quello che vuole. PAOLINO Benissimo. Veniamo dunque al fatto. CONTE Tu sai che ho già disposto Di richiamarti a casa Fra pochi mesi, e darti del contante Perchè tu pur divenga un buon mercante. Sì, già lo sai, non serve un tal racconto; Ma, alla breve, alla breve, Quello che si vuol dir, dire si deve. PAOLINO Ebbene, signor mio, Lo sbrigarvi sta a voi. CONTE Sentimi dunque. Sia com'esser si voglia, O per l'una o per l'altra Delle ragioni che non si comprendono, O sia come si sia, Perchè fare gran chiacchiere non soglio; La sposa non mi piace, e non la voglio. PAOLINO Che cosa dite adesso? ONTE Dico assolutamente Che non la voglio. PAOLINO E come mai potreste Oggi disimpegnarvene? CONTE Facilissimamente. Invece di sposare la maggiore Sposerò la cadetta Dei cento mila invece per la dote, Sol di cinquanta mila io mi contento. Ecco tutto aggiustato in un momento. Quella, quella mi piace, Quella m'ha innamorato. Ora, da bravo Vanne, fa presto, al padre ciò proponi. Sciogli, conchiudi, e poi di me disponi. PAOLINO (Me infelice!) CONTE Cos'hai? PAOLINO Niente, signore. CONTE Va dunque, va, fa presto. PAOLINO (Misero me, che contrattempo è questo!) Signor, deh concedete ... Sdegnarvi io non vorrei ... Pensate, riflettete ... Il dispiacer di lei .... La civiltà, l'onore ... Di tutti lo stupore ... Ah, che mi vo' a confondere! Ah, più non so che dir! CONTE Tu cosa vai dicendo, Tu cosa vai seccando? Non star più discorrendo, A te mi raccomando. L'amabile cadetta Mi stimola, m'affretta; Non posso più resistere, Mi sento incenerir. PAOLINO Quel fuoco che v'accende, Un altro forse offende .... Ah, sento proprio il core Che in sen mi va a languir! CONTE Il fuoco che m'accende Da me più non dipende Non sposo la maggiore Se credo di morir. Partono SCENA XI Carolina, poi il Conte. CAROLINA Paolino ritarda Con la risposta; ed io l'aspetto ansiosa; E allor che qualche cosa Con ansietà si aspetta, Ogni minuto vi diventa un'ora. Ma cosa fa che non ritorna ancora? Quel pur che vedo è il Conte. Un segno è questo Che il discorso è finito. Ed ei qui viene senza mio marito! CONTE (Non trascuro il momento.) Oh, Carolina! La sorte mi è propizia, Perchè lontani dall'altrui presenza Io vi posso parlar con confidenza. CAROLINA Oh! questo è quell'appunto Che bramavo ancor io. CONTE Lo bramavate, sì? (Ciò mi consola.) Veramente Paolino Ve lo dovea dir lui; Ma pronta l'occasion trovando adesso, Quello ch'ei vi diria vel dico io stesso. CAROLINA Dite, dite, parlate, e voglia il cielo Che le vostre parole Dieno al mio core di speranza un raggio. CONTE (Questa già m'ama anch'essa. Orsù, coraggio.) Ah, mia cara ragazza, Amor ha un gran poter! Voi che ne dite? CAROLINA Quello che dite voi. CONTE E quelle debolezze Che vengono d'amor, se ancor son strane, S'hanno da compatir fra genti umane. CAROLINA Io sono certamente Del vostro sentimento. Or seguitate, Ditemi tutto il resto. Se conoscete amor, mi basta questo. CONTE Quand'è così, stringiamo l'argomento. CAROLINA Veniamo pure al punto. CONTE Io son venuto Per sposar Elisetta, ma che serve Ch'io venuto ci sia, Quando non ho per lei che antipatia? E quando a prima vista M'avete fatto voi vostra conquista? CAROLINA Io! cosa avete detto? CONTE Voi! cosa avete inteso? CAROLINA E' questo solo quel che avete a dirmi? CONTE Questo, sì, questo. E voi Che ben sapete compatir l'amore, Scusando il mio trasporto, Darete all'amor mio qualche conforto. CAROLINA E nel momento istesso Di dover adempire a un sacro impegno Manchereste di fede? Io scuso bene, Chiunque si lascia trasportar d'amore; Ma non uno che manca al proprio onore. CONTE Oh, oh, voi date in serio. Ed io tutt'altro Mi aspettava da voi. CAROLINA Tutt'altro anch'io mi credea di sentire. CONTE Di sentir cosa? CAROLINA Io non ve l'ho da dire. CONTE All'onor si rimedia Sposando voi per lei. CAROLINA Questa cosa accordar io non potrei. Perdonate, signor mio, Se vi lascio e fo partenza. Io per essere Eccellenza Non mi sento volontà. Tanto onore è riservato A chi ha un merto singolare, A chi in circolo sa stare Con sussiego e gravità. Io meschina vo alla buona, Io cammino alla carlona, Son piccina di figura, Io non ho disinvoltura; Non ho lingua, non so niente, Farei torto veramente Alla vostra nobiltà. Se mi parla alla francese, Che volete ch'io risponda? Non so dire che monsieur. Se qualcun mi parla inglese, Ben convien che mi confonda. Non intendo che auduiudu. Se poi vien qualche tedesco, Vuol star fresco, vuol star fresco, Non intendo una parola. Sono infatti una figliuola Di buon fondo e niente più. Parte SCENA XII CONTE solo Io resto ancora attonito. Ha equivocato lei? Ho equivocato io? Che cosa è stato? Un granchio tutt'e due qui abbiam pigliato. Ma io son uom di mondo, e ben capisco Da quel suo dir sagace e simulato Ch'ella già tiene qualche innamorato. Ma voglio seguitarla. Ma il vo' saper da lei Per poter pensar meglio a' casi miei. Parte SCENA XIII Geronimo, Elisetta, Fidalma, poi Paolino. GERONIMO Tu mi dici che del Conte Malcontenta sei del tratto Quello è un uomo molto astratto, Lo conosco e ben lo so. ELISETTA Ma un'occhiata almeno graziosa Ottenuta pur non ho. FIDALMA Veramente colla sposa Trattar peggio non si può. GERONIMO Voi credete che i signori Faccian come i plebei; Voi credete che gli sposi Faccian come i cicisbei. No, signore, tante cose, Non le fanno, signor no. PAOLINO Mio signore, se vi piace Di vedere l'apparato Tutto quanto è preparato Con gran lustro e proprietà. GERONIMO Come? quando? cos'hai detto? PAOLINO parola per parola forte Tutto quanto ... è preparato ... Nella sala ... del banchetto ... Con gran lustro e proprietà. GERONIMO Vanne al diavolo, balordo, Forse credi ch'io sia sordo? Non patisco sordità. ELISETTA, FIDALMA, GERONIMO, PAOLINO Andiam subito a vedere La gran tavola e il dessere Che onor grande mi / vi farà. Partono SCENA IV Carolina ed il Conte. CAROLINA Lasciatemi, signore, Non state a infastidirmi. CONTE Se libero è quel core Vi prego sol di dirmi. CAROLINA Che non ho amante alcuno Vi posso assicurar. CONTE Voi dunque la mia brama Potete contentar. CAROLINA Lasciatemi, vi prego, Lasciatemi, deh! andar. CONTE Non lasciovi, mia bella, Sortir da questa stanza, Comparisce Elisetta che si tiene in disparte Se un raggio di speranza Non date a questo cor. CAROLINA Tornate, deh! in voi stesso. CONTE Io v'amo già all'eccesso. CAROLINA Pensate a mia sorella. CONTE Per lei non sento amor. S'io sposo voi per quella Non manco già al mio onor. SCENA XV Elisetta che si avanza e detti, poi Fidalma. ELISETTA No, indegno, traditore. No, anima malnata No, trista disgraziata, Mai questo non sarà. Per questo tradimento Che mi si viene a fare, Io voglio sussurrare La casa e la città. CONTE Strillate, non mi curo. CAROLINA Sentite ... ELISETTA No, fraschetta. CAROLINA Ma prima ... ELISETTA Vo' vendetta. CAROLINA, CONTE In mei / lei non c'è reità. FIDALMA Che cosa è questo strepito? ELISETTA Di fede il mancatore Con essa fa all'amore, Ed io l'ascoltai qua. FIDALMA Uh! uh! che mancamento! Non credo a quel che sento. SCENA XVI Geronimo che sopraggiunge, e detti, poi Paolino. FIDALMA Silenzio, silenzio, Che vien mio fratello; Non s'ha per prudenza Da fare un bordello; L'affar delicato E' troppo da sè. GERONIMO Sentire mi parve Un strepito, un chiasso! Che fate? gridate? Ovvero è per spasso? Che cosa è accaduto? Ognun qui sta muto? Di dirmi vi piaccia Che diavolo c'è. PAOLINO (La cara mia sposa Dal capo alle piante Mi sembra tremante Oh povero me!) CONTE, CAROLINA, FIDALMA, ELISETTA Che tristo silenzio! Così non va bene, Parlare conviene, Parlare si de'. PAOLINO - GERONIMO Che tristo silenzio! Sospetto mi viene; Vi son delle scene, Saperlo si de'. GERONIMO Orsù, saper conviene Che fu. Che cos'è stato? CAROLINA Il fatto sol proviene D'avere mal inteso. additando Elisetta Equivoco ha lei preso E il Conte il motivò. ELISETTA Ciò non è vero niente, Il fatto è differente Parlate con mia zia, Che anch'io poi parlerò. FIDALMA Sappiate, fratel mio, Che qua ci sta un imbroglio; Ma adesso dir nol voglio, Chè bene ancor nol so. GERONIMO Io non capisco affatto. CONTE tirandolo da una parte Sappiate, con sua pace, La sposa non mi piace; La sua minor sorella Mi sembra la più bella. Ma poi, ma poi con comodo Il tutto vi dirò. GERONIMO Eh, andate tutti al diavolo! Ba, ba, ce, ce, sì presto ... Un balbettare è questo, Che intender chi lo può? PAOLINO Ma che mistero è questo? Chi intendere lo può? CAROLINA – CONTE Le orecchie non stancate. ELISETTA – FIDALMA Affanno non vi date; Da me, da me saprete Qual sia la verità. GERONIMO La testa m'imbrogliate, La testa mi fendete Tacete, deh! tacete, Andate via di qua. PAOLINO Per imbrogliar la testa, Che confusione è questa! Capite, se potete, Qual sia la verità! Cimarosa,Domenico/Il matrimonio segreto/II-1
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1. Overture (Largo – Allegro – Largo - Gigue) <<第1幕>> <第1場> (包囲されたエルサレムの市街。遠くに城門が見え、そこから戦いに向かう兵士達が出てくる。 一方には武装したキリスト教徒の幕屋があり、そこの大きな楼閣の玉座にはゴッフレードが、護衛兵、リナルド、アルミレーナ、エウスターツィオに囲まれて座っている) 2. (Recitativo) GOFFREDO 我々の労苦も その目的達成まで あと少しまで来た、おお偉大なるリナルドよ! かの勝利の野では 今や最後の収穫を残すばかりとなり すでに東方の国からは より輝きを増した太陽が姿を現し その絶えなる栄誉の光芒で ついにシオン(エルサレム)を 勝ち取らんとする我々を照らしている (Aria) 栄光はその神殿を 険しい断崖の上にのみ築く 好ましい供物は 喜びや楽しみ そして満足の中に捧げられるものでない 3. (Recitativo) RINALDO 閣下、すでにあなたの思慮と この武器持つ腕の功績により 抵抗するアジアは断末魔の苦しみの中で 最後の運命に泣いております それゆえ 苦しみ力尽きたその城壁は 栄誉あるあなたの名を賛美する声で 倒れることでしょう ですから無敵の私に残っていますのは この心に今にも増して 幸せな将来をもたらす 美しきアルミレーナとの高貴なる結婚 絶えず結ばれた徳は より強い力となるでしょうから GOFFREDO 敵を軽んじる者は 崖を転がり落ちるぞ、強き英雄よ! 栄光への途上で その歩みを止めてはいけない 私を信じてくれ、シオン陥落の時は アルミレーナを良き褒美として君のものとしよう ALMIRENA リナルド、愛する私の花婿よ 心に留めてください ためらいは勝利を手にする 妨げにしかならないわ 戦地に赴き シオンがその恥ずべきくびきを 振り捨てるまで 勇敢に戦ってください しばしば愛の炎は 心に燃える戦いの炎を凍らせてしまうから 4. (Aria) 勇敢に戦ってください 私の変わらぬ思いは あなたに永遠の喜びと満足を用意しています やがて栄光の灯火であなたの気高い心に 澄んだ美しい虹が光り輝きますように 5. (Recitativo) EUSTAZIO この思慮深い忠告を 胸にしまっておくのだ、勇敢な戦士よ! RINALDO 何と強いことか、目隠しされた射手(愛の神)は! (Aria) 恋人のあらゆるためらいは せつなく意地悪な苦しみだ 怖れはいつもためらいを助長し 希望は心の中で戯れる それは今や私の心が思うこと <第2場> (トランペットが鳴り響き、街から遣わされた使者の来訪を知らせる。 使者は二人の護衛兵と共に、ゴッフレードの前へ進んで来る) 6. (Recitativo) ARALDO(使者) 星々とその輝きを競われます閣下 我が偉大なる君主が閣下にご挨拶を送り さらにあなた様の元で 公の場にて その思うところを臆せず正直に 述べたいと求めております GOFFREDO お前の王を望みどおり来させよ 彼の安全は名誉にかけて私が保証する EUSTAZIO 重大な王国の事情が、彼をここに来させるのだな (Aria) 運命の車輪の上で 希望が回っている しかし心が徳に満ちていれば 変わらぬ気持ちがその根底にある <第3場> (馬にひかれた凱旋車に乗ったアルガンテが、大勢の歩哨や騎上の人々を従えて、街の方からやって来る。そしてうやうやしい従者達と共に降りて、ゴッフレードに近づく。 ゴッフレードは、彼を迎えようと身を動かす) 7. (Aria) ARGANTE 私の周りで聞こえるのは何だ アレクトー(復讐の女神)の蛇の音か 飢えたスキュラ(海の怪物)の遠吠えか 忌まわしき毒が私の胸に回るが 恐怖のかすかな閃光も 私を打ちのめすものでない 8. (Recitativo) ゴッフレード、今まではお前に 幸運の女神が微笑んでいたが 彼女は気まぐれだ すぐに心向きが変わる お前が賢明であれば 私の提案を聞くことだ 双方が被った損害を 修復するために 三日間だけの停戦を求める これはそちらの利益になると同様 私の名誉にもなるのだが GOFFREDO 正義に根ざした 気高い戦争をする者は 運命の惨い仕打ちを恐れたりしない 尊大な口調で恩情を求めるのだな お前のために受け入れてやるが その中に偉大な魂の誇りを見て 恥じ入ることになるぞ (Aria) いや、この心が いらだちをもたらすことはない 安らかな落ち着きだけが 我が益となるのだ 気高き胸の喜びは 栄光にに向かうが故に 偉大なのだから <第4場> 9. (Recitativo) ARGANTE 戦いの行方はどうなるのか 私の心はたじろぐ だがそれにも増して気になるのは アルミーダのこと 愛人にして忠実な同胞 彼女は戦いにおいて 敵の密かな動きを いち早く察知し 明らかにしてくれる (Aria) 愛するお前 その澄んだまなざしで 私を慰めに来ておくれ その容貌は私を幸せにし 心から悲しみを追い払う <第5場> (空中のアルミーダ、轟音とともに口から火を吹く2匹のドラゴンにひかれた戦車に乗って歌う) 10. (Aria) ARMIDA 荒れ狂う怒りよ! 私を取り囲め 恐怖の松明をかかげ 私の後に続け! (戦車が地に降りると、ドラゴンはそれをアルガンテの前までひいていく) (Recitativo) ARGANTE ちょうど良い時に来てくれた お前、とまどう私の力になってくれるか お前と離れている間、私は お前の帰りを今か今かと 待ち望んでいたんだ そしてあの暴君に 一時の停戦を要求した 我々アジアに残る勝機をさぐるために ARMIDA あなた、運命は謎に満ち その先も見えないとはいえ 私は恐ろしい口調で 地獄を脅し そこから明瞭な言葉を引き出したわ 地獄は私の執拗な要求に 親しげな轟音でこう答えたのよ 「もし戦場から勇士リナルドがいなくなれば 荒れ果てたアジアの王国にも まだ望みはある」と ARGANTE そいつを今すぐ殺してやる ARMIDA 待って、あなた 敵陣からあの勇者を消すのは 私がやることよ 私の力に任せて ARGANTE 行くよ、我が心はお前だけを信じる (アルガンテ、出て行く) 11. (Aria) ARMIDA 大いに欲し 大いに願う 何の迷いもないわ 私の崇高な力の王国で 世界を支配するのよ <第6場> (泉と並木道、鳥小屋の中で小鳥が羽ばたきさえずっている、 うっとりするような場所 アルミレーナとリナルド) 12. (Aria) ALMIRENA さえずる小鳥たちよ 優しくそよぐ風よ 甘美な気配が私をつつむ 教えて 私の愛する人はどこ 13. (Recitativo) 愛する花婿よ 私を喜ばせに来て! RINALDO その美しい唇の調べを聴いて 恋する心はいそいそと君の元へ駆けつける そして愛するお前、その瞳の輝く炎は 私をますますかき立て その大いなる火で 私の心は燃え尽く ALMIRENA 愛の美しい星が あなたの瞳にキラキラと輝いているわ RINALDO 私の女神よ 君のためだけに 私はこの身を捧げ 私の松明は燃え 熱い吐息の香が煙るだろう ALMIRENA 悩める私に 安らぎをもたらすのはあなただけ RINALDO 私の心は君だけのために生き そして思い焦がれる (Duetto) ALMIRENA あなたの顔の上には 麗しい気品が 幾千となく 戯れ遊んでいます RINALDO 君の唇の上には 愛らしい幼子が 幾千となく 笑っているよ ALMIRENA e RINALDO その眼差しの燃え盛る炎の中で 愛の神は力強い矢に 美しいきらめきを与える <第7場> (アルミーダが、強引にリナルドの手からアルミレーナを引き離し、連れ去ろうとする) 14. (Recitativo) ARMIDA 私の剣の手柄として その気高い獲物をよこしなさい! ALMIRENA やめて、何をするの! RINALDO アルミレーナは渡すものか! たとえ雷を操る雷神ゼウスが 彼女を求めようとも ARMIDA それは大胆な、何者よあなた? (Prelude) (リナルドはアルミーダに向かい剣を抜き、彼女もまた剣に手をかけ彼に相対して戦おうとする。しかしその時、大きな音と共に火と煙を吹き出す恐ろしい怪物が詰まった黒い雲が降りてきて、アルミレーナとアルミーダを覆い包んで空へと連れ去る。代わりに残された恐ろしい2人の復讐の女神は、リナルドを嘲笑ってから地中に姿を消す) 15. (Aria) RINALDO 愛しの花嫁よ 愛する人よ 君はどこにいるのだ? ああ、戻ってきておくれ 涙する私の元へ お前達の冥界 その祭壇の上で 私は怒りの松明を持ち 立ち向かおう おお邪悪な霊達よ! <第8場> (ゴッフレード、エウスターツィオとリナルドは、微動だにせず地面を凝視したまま、深い困惑に沈んでいる) 16. (Recitativo) GOFFREDO 尋常ならぬ驚きで 茫然自失ではないか、雄々しい勇者よ EUSTAZIO どれほど深い驚きが その強靭な魂を動揺させたのか? 戦場では その武器持つ腕で 雷を一撃にするお前が ただ一瞬の忌まわしい思いに 当惑して倒れるのか? RINALDO あまりのことに呆然として 悲しみが心を襲い 上手く話せないほどだ! 私はここで美しいアルミレーナに 無邪気に我が心の思いを 語っていた その時(おお天よ!何と酷い!) アマゾネスが強引に私から たぐい稀なる喜びを奪って行ったのだ (Aria) 哀れな心よ お前は過去を思い出して 苦悩で引き裂かれはしないのか? しかしもしお前が鈍感でいるようなら 我が怒りよ 心に目覚めるのだ (Recitativo) そして私は 大切なあの人を救おうと 剣をつかんだ すると地獄の塊が 敵と愛する人を 連れ去って行った 多分その神々しい美しさに プルトン(地獄の神)が 彼女をプロセルピナ(プルトンの妻)と間違えたのだ GOFFREDO 悲しみで心が一杯だ! EUSTAZIO こんなことがあっていいのか! しかしこの酷い出来事の中でも 兄上、落ち着いて、リナルド、希望を! 山のふもと、岩の洞穴に 星の動きをうかがい知り その力が 石や草木の中にまで及ぶ 男がいます 私は良く知っています 助言を求めに 急いでそこへ行きましょう GOFFREDO 心が震えるぞ EUSTAZIO 多くの望みが嬉々として我らを見守ってくれるように 17. (Aria) 勇気と徳の力で さあ勝利へと向かうのだ 理不尽な束縛から あの高貴な人を 私は救い出す (ゴッフレード、エウスターツィオ出て行く) <第9場> 18. (Recitativo) RINALDO (一人で) 希望のまばゆい光が とまどう私の心を 再び明るく照らしてくれるように こんなにも愛しい私の命! 今すぐ裏切り者達を攻めに行こう 愛の神よ どうか私にあなたの翼をください! (Aria) 風よ 旋風よ 私の足にその翼を与えよ! 天よ 神々よ 私の腕に武器を与えよ 私を苦しめた者達と戦うために ! 1. Overture (Largo – Allegro – Largo - Gigue) ATTO PRIMO SCENA I (Città di Gerusalemme assediata, con porta in prospettiva, da cui escono soldati alla battaglia. Da un canto si vedono le tende dell’armata cristiana; ivi c’è un gradissimo padiglione con trono sopra di cui siede Goffredo circondato dalle guardie, da Rinaldo, da Almirena,e da Eustazio.) 2. (Recitativo) GOFFREDO Delle nostre fatiche Siam prossimi alla meta, o gran Rinaldo! Là in quel campo di palme Omai solo ne resta Coglier l estrema messe, E già da lidi eoi Spunta più chiaro il sole, Per illustrar co rai d eterna gloria L ultima di Sion nostra vittoria. (Aria) Sovra balze scoscesi e pungenti Il suo tempio la gloria sol ha. Né fra gioie, piaceri e contenti I bei voti ad apprender si và. 3. (Recitativo) RINALDO Signor, già dal tuo senno E dal valor di questo braccio armato, Piange l Asia rubelle Nell estreme agonie l ultimo fato; Onde al suone ammirando Del glorioso tuo nome Caderan quelle mura oppresse e dome. Ciò, che solo mi resta, o prence invitto, E cogli alti imenei Della bella Almirena Giunger a questo cor più lieta sorte; Ch unita la virtù, sempre è più forte. GOFFREDO Chi non cura l nemico, I precipizi affretta, o forte eroe! Sul sentier della gloria Tu non devi arrestar il piè nel corso; Vinta Sion, prendi da me la fede, Almirena ti fia bella mercede. ALMIRENA Rinaldo, amato sposo, eh! ti sovvenga, Ch ogni ritardo è inciampo Nella bella carriera Della gloria guerriera. Và, pugna ardito in campo, Sì, che Sion scuota quel giogo indegno; Che la face d amore Spesso gela nel sen marziale ardore. 4. (Aria) Combatti da forte, che fermo il mio sen Piacer ti prepara, contenti d ognor. Con face di gloria bell iri seren’ Adesso risplenda nell alto tuo cor. 5. (Recitativo) EUSTAZIO Questi saggi consigli Accogli nel tuo sen, prode guerriero! RINALDO Quanto possente sei, bendato arciero! (Aria) Ogni indugio d un amante È una pena acerba e ria. Il timore sempre lo sferza, La speranza seco scherza, Or lo prova l alma mia. SCENA II (S’ode suonar una tromba, che precede un Araldo spedito dalla città, e che viene accompagnato da due guardie sino alla presenza di Goffredo.) 6. (Recitativo) ARALDO Signor, che delle stelle Emuli i pregi, a te salute invia L eccelso mio monarca; e da te chiede In un libero varco Esporti i sensi suoi, con franca fede. GOFFREDO Venga il tuo re a suo grado, Ch in di lui sicurtà l onore impegno. EUSTAZIO Quivi lo spinge alta cagion di regno. (Aria) Sulla ruota di fortuna Và girando la speranza. Ma se un cor virtute aduna, Gl è sol base la costanza. SCENA III (Argante esce dalla città in un carro trionfale tirato da cavalli, e seguito da un gran numero di guardie a piedi, e gente a cavallo, e discendendo con un corteggio solenne s’accosta alla persona di Goffredo, che si muove per incontralo.) 7. (Aria) ARGANTE Sibillar gli angui d Aletto, E latrar vorace Scilla, Parmi udir d intorno a me. Rio velen mi serpe in petto, Né ancor languida favilla Di timor, pena mi diè. 8. (Recitativo) Goffredo, se t arrise Sin qui fortuna, ella inconstante sempre Può ben cangiar sue tempre; E se saggio tu sei, Ascolta i detti miei. Per ristorar in parte I scambievoli oltraggi, Chiedo, che si sospenda Sol per tre giorni l marzial furore; Tanto devi a tuo prò, tanto al mio onore. GOFFREDO Chi su base del giusto Appoggia l alte imprese, Non teme della sorte i crudi eventi. Tu con superbi accenti Grazie richiedi, e pur ti fian concesse, Che d un anima grande Leggerai con rossor’i pregi in esse. (Aria) No, no, che quest alma Scontenti non dà, Con placida calma Giovare sol sa. Ch è grande il diletto D un nobile petto, Ch a gloria sen và. SCENA IV 9. (Recitativo) ARGANTE Infra dubbi di Marte Resta sospeso il cuore; Ma più vaneggia oppreso Ne pensieri d Armida, Che amante in un e mia compagna fida, De marziali eventi Nelle ziffre del fato Corse a spiar gl arcani, Per render de nemici i moti vani. (Aria) Vieni, o cara, a consolarmi Con un sguardo tuo seren! Il tuo volto può bearmi, E scacciar il duol dal sen. SCENA V (Armida in aria, che canta sopra un carro tirato da due dragoni, i quali gettano fiamme e fumo dalla bocca.) 10. (Aria) ARMIDA Furie terribili! Circondatemi, Seguitatemi Con faci orribili! (Arrivato il carro a terra, i dragoni lo tirano sin’ al cospetto d’Argante.) (Recitativo) ARGANTE Come a tempo giungesti, Cara, per consolar l alma smarrita; Io, ch alla tua partita Frettoloso anelai, impaziente Il tuo ritorno attesi, E a quel tiran richiesi Breve tregua nel campo, All Asia per saper se v è più scampo. ARMIDA Signor, se ben confusi Son gli enigmi del fato, Io con note tremende Pur forzai quell abisso A scior in chiaro suon distinti accenti, Ed a mie brame ardenti Rispose in tuono amico ”Se dal campo nemico Svelto fia di Rinaldo il gran sostegno, Speri pur d Asia il desolato regno.” ARGANTE Corro a spegner quell empio. ARMIDA T arresta, o caro, e sol di me fia cura, D allontanar quel forte Dalle squadre nemiche. Nel mio poter t affida! ARGANTE Parto, e in te sol l anima mia confida (Argante va via.) 11. (Aria) ARMIDA Molto voglio, molto spero Nulla devo dubitar. Di mia forza all alto impero Saprò il mondo assoggettar. SCENA VI (Luogo di delizie con fonti, viali, ed uccelliere in cui volano e cantano gli uccelli. Almirena e Rinaldo.) 12. (Aria) ALMIRENA Augelletti, che cantate, Zefiretti che spirate Aure dolci intorno a me, Il mio ben dite dov è! 13. (Recitativo) Adorato mio sposo, Vieni a bear quest’alma! RINALDO Al suon di quel bel labbro Corron festosi a te gli affetti miei, E quella fiamma illustre, Ch in me vieppiù s accende Da tuoi bei lumi, o cara, Prende il gran fuoco ad avvamparmi l core. ALMIRENA Bella stella d amore Nelle pupille tuo folgora il lume. RINALDO Per te sola, o mio nume, In dovuto olocausto Ardon le faci mie, fuman gl incensi Di fervidi sospiri. ALMIRENA Tu solo a miei martiri Porgi placida calma. RINALDO Per te vive il mio cor, si strugge l alma. (Duetto) ALMIRENA Scherzano sul tuo volto Le grazie vezzosette A mille, a mille. RINALDO Ridono sul tuo labbro I pargoletti Amori A mille, a mille. ALMIRENA e RINALDO Nel bel fuoco di quel guardo Amor giunge al forte dardo Care faville. SCENA VII (Armida strappa a forza Almirena dalle mani di Rinaldo, e vuole condursela via.) 14. (Recitativo) ARMIDA Al valor del mio brando Cedi la nobil preda! ALMIRENA Oh, Dei, che fia? RINALDO Non cederò Almirena, Se col fulmine in mano La chiedesse il Tonante. ARMIDA Tanto ardisci, arrogante? (Prelude) (Rinaldo tira la spada contro Armida, che pure impugna il ferro contro di lui,e si mette in atto di battaglia; ma mentre stanno per battersi, discende una nube nera, ripiena di mostri orribili, che mandano fuori fiamme, fumo e muggiti, e coprendo Almirena ed Armida, le porta seco in aria, lasciando in loro vece due furie che, dopo aver deriso Rinaldo, si profondano sottoterra.) 15. (Aria) RINALDO Cara sposa, amante cara, Dove sei? Deh! Ritorna a pianti miei! Del vostro Erebo sull ara, Colla face del mio sdegno Io vi sfido, o spirti rei! SCENA VIII (Goffredo, Eustazio e Rinaldo immobile, con gli occhi fissi a terra, e sommerso in una gran confusione.) 16. (Recitativo) GOFFREDO Ch insolito stupore Lega i sensi tuoi prode campione? EUSTAZIO Quale a quell alma forte Meraviglia fatal scuote l ardire? Tu, che con braccio armato Vibri fulmini in campo, Abbagliato cadrai De funesti pensieri ad un sol lampo? RINALDO Tale stupor m occupa i sensi, e tale È il dolor che m accora, Che posso a pena articolar gli accenti! Qui con note innocenti Stavo spiegando del mio cor gl affetti Alla bella Almirena Quando (oh cieli, che pena!) Amazzone corsara Tentò rapir a me gioia sì rara, (Aria) Cor ingrato, ti rimembri, E non scoppi di dolor? Ma se stupido rassembri, Ti risvegli il mio furor! (Recitativo) Io allora impugno il brando A prò del mio tesoro; Quando tartareo coro M involò in un istante La nemica, e l amante; Forse fu error, ch alla beltà divina Credè Pluton, che fosse Proserpina. GOFFREDO Un mio giusto dolor l anima ingombra! EUSTAZIO Insoliti portenti! Ma tra sì fieri eventi Ti consola, german, Rinaldo, spera! Ch a piè d un monte, in cavernoso sasso, Giace uom, che delle stelle Spiar sa il corso, e qual virtute alligna Nelle pietre, nell erbe; Questi m e noto, ivi Pronti n andrem a ricercar consiglio. GOFFREDO Il mio core ne freme. EUSTAZIO Lieta scorta ne sia una belle speme! 17. (Aria) Col valor, colla virtù Or si vada a trionfar. Dall indegna servitù L alta prole io vo ritrar. (Goffredo ed Eustazio vanno via.) SCENA IX 18. (Recitativo) RINALDO (solo) Di speranza un bel raggio Ritorni a rischiarar l alma smarrita; Sì adorata mia vita! Corro veloce ad appugnar gl inganni; Amor, sol per pietà, dammi i tuoi vanni! (aria) Venti, turbini, prestate Le vostre ali a questo piè! Cieli, numi, il braccio armate Contro chi pena mi diè! To the extent possible under law, REIKOhas waived all copyright and related or neighboring rights to the Japanese text above. This work is published from Japan. Handel,George Frideric/Rinaldo/II
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I(アイ) グランド現代百科事典、著者不明の記述、「I・i」が項目名 1.英語アルファベットの第9字。2.ローマ数字の1。3.ヨウ素の元素記号。iodin(e)の頭文字で大文字を使用。4.物理で、力積の略号。impulseの頭文字で大文字を使用。5.物理で、電流そのものとその強さの略号。intensity of currentの略で、大文字・小文字とともに使用。6.代数学で虚数単位を表わす記号。imaginary numberの頭文字で、iのようにイタリック体の小文字を使用。→虚数7.自家受精によって生じた個体を表わす略号。ドイツ語Inzucht(同種交配)の頭文字。大文字で書き、世代数はI1、2のように右下に数字でしるす。 大日本百科事典、著者不明の記述 アルファベットの第9字。フランス語でイ、ドイツ語でイーと発音される。英語では人称代名詞の第一人称単数主格。大文字で書かれるのは、小文字(i)にすると見落とされたり、隣の文字の一部と見誤られたりするためである。ローマ数字では1を、元素記号としては53番元素である沃素iodineを表わし、哲学では特殊肯定判断を表わす記号に、化学では小文字のiをisomer(異性体)・inactive(不活性)の略号に用いる。
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このページはこちらに移転しました What I Hate 作詞/119スレ200 作曲/たまねぎ He is a popular. He is a smart. He behave, as if he were an actor and as if he were a star. Hey,look at him. He give away to make a profit. He pretend to be kind man again. I am the only man that i know the real him. So I m so sick of him. I hate his hypocrisy. I hate his hypocrisy. What I Hateはただいま管理人の手元にありません。持っている方いたらくださいな。
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i(1) /// / 内容語を後続し、過去分詞に相当する形容詞や副詞を作る働きを持つ \ 16 seren klel lumi \ [ pei ] \ 内容語を後続し、過去分詞に相当する形容詞や副詞を作る働きを持つ。接続詞なのでiの後は文法上は名詞だが、意味的には形容詞である \ fan i tas 大きな女 \ i /// / [ 中期制アルカ ] 内容語を後続し、能動的な形容詞や副詞を作る働きを持つ \ fan i tas 大きくする女 \ メル16年以降aと逆転した。 \
https://w.atwiki.jp/mtgflavortext/pages/1231.html
imageプラグインエラー ご指定のファイルが見つかりません。ファイル名を確認して、再度指定してください。 (Flare.jpg) "I strive for elegance and speed in my work." ――Jaya Ballard, Task Mage アイスエイジ imageプラグインエラー ご指定のファイルが見つかりません。ファイル名を確認して、再度指定してください。 (Flare2.jpg) 森の中では、焚き火の炎が空を照らし、黒雲が重く拡がる。 ――「夜と昼の恋歌」 "In the forest, fires light the sky as black clouds unfold their weight." ――"Love Song of Night and Day" ミラージュ imageプラグインエラー ご指定のファイルが見つかりません。ファイル名を確認して、再度指定してください。 (Flare3.jpg) 破壊の秘密といっても難しいことはない。何もかも焼けばいいのだ。 The secret of destruction is simple everything burns. 第5版 【M TG Wiki】 名前
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【Tags Miku oORaikaOo tI I】 Original Music title I miss you Romaji music title I miss you Music Lyrics written, Voice edited by oOらいかOo (oORaikaOo) Music arranged by oOらいかOo (oORaikaOo) Singer(s) 初音ミク (Hatsune Miku) Append Click here for the original Japanese Lyrics English Lyrics (translated by animeyay): The pearly fluids dripping off the tips of my fingers have been stained crimson by my painfully yearning thoughts for you. No matter how long I shed tears for you, you just won t understand the meaning behind my tears color. My wandering fingers were trembling from their loss of a place to go; if you hadn t found me, I probably wouldn t have chosen you. If I forfeit my voice, I d probably be able to stay with you, but then I would never be allowed to see another daybreak. Stay by me. I want you, please. Take my hands, and take me there. I miss you so much. This distance between us is driving me crazy. Only you, I only want you, please. Right now, take me there. I miss you this much. My pain would not go away. Even though the moon is shining brightly tonight, I can t even sing a song for you anymore. Swept by waves of people, I have reached a place even more frigid than the bottom of the sea. The target of your smile changed at some point. If I hadn t noticed that, would things have remained unchanged? "Correct" should be a word too weighty for anyone to say, so I m still here, immobilized. Stay by me. I want you, please. Take my hands, and take me there. I miss you so much. This distance between us is driving me crazy. Only you, I only want you, please. Right now, take me there. I miss you this much. My pain would not go away. I gradually dissolve into foam, chained down by a fleeting promise. Is this promise really inexpressible in words unless one of us were to disappear? Stay by me. I want you, please. Take my hands, and take me there. I miss you so much. This distance between us is driving me crazy. Only you, I only want you, please. Right now, take me there. I miss you this much. My pain would not go away. Romaji lyrics (transliterated by motokokusanagi2009): yubi no saki ni kobore ochita shinju no iro nara itai hodo no omoi de hora akaku iro zui teru kimi no tame ni dore dake namida nagashi te mitemo kono iro no imi ni kizui tewa kure nai no samayou yubi wa ikiba o nakushi te furue te mitsuke nake reba kimi mo eraba nakatta no? koe o furu eba tomaru koto mo dekiru kedo akasu koto sae not allowed soba ni ite want you please te o totte take me there hitasura ni I miss you kono kyori ga modokashi kute kimi dake ni want you please ima sugu ni take me there kon na nimo I miss you setsunasa ga tomara nakute koyoi tsuki ga kirei ni kagayaita to shitemo kimi no tame ni utau koto mo deki nai nante hito no nami ni nagasare tadori tsuita basho wa umi no soko yorimo tsumeta kute kogoe sō hohoemu saki wa itsushika hōkō o kae te shirazu ni ireba nanimo kawara nakatta no? tadashī nante daremo ie nai hazu dakara mada ugokezu ni I m still here soba ni ite want you please te o totte take me there hitasura ni I miss you kono kyori ga modokashi kute kimi dake ni want you please ima sugu ni take me there kon na nimo I miss you setsunasa ga tomara nakute awa ni natte toke te iku hakanai yakusoku ni shiba rare te dochira ka ga kie nake reba kotoba ni sura deki nai no? soba ni ite want you please te o totte take me there hitasura ni I miss you kono kyori ga modokashi kute kimi dake ni want you please ima sugu ni take me there kon na nimo I miss you setsunasa ga tomara nakute []
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トゥラ語 |Niger-Congo languages|Atlantic-Congo languages|Volta-Congo languages|North Volta-Congo languages|Adamawa-Ubangi languages| 言語類型 現用言語 使用文字 ラテン文字【Latn?】 type living language writing system Latin alphabet ISO 639-3 【tul】 言語名別称 alternate names Kotule Kutule 方言名 dialect names Baule Kutule Yili 参考文献 references WEB ISO 639-3 Registration Authority - SIL International the LINGUIST List Ethnologue
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概要 曲一覧 概要 作者:GR3 Project → NIGORO サイト:(閉鎖) → http //la-mulana.com/ ジャンル:アクション 動作機種:Windows 曲一覧 曲名 ファイル名 備考 作曲者 配布元 Earth Wind オープニングデモ ならむら LA-MULANA タイトル画面 ならむら Mr.Explorer 地上 サミエル Xelpud 長老の家 ならむら BONGA WANGA 地上の店 ならむら Fearless Challenger -long version- 導きの門 サミエル Fearless Challenger Requiem アンク出現中 ならむら King Konda アンフィスバエナ戦 サミエル Fanfale ガーディアン撃破 ならむら Grand History 巨人霊廟 ならむら G・I・L・D 遺跡内の店 ならむら Primitive Dance 無限回廊 ならむら Giant s Rage サキト戦 サミエルSC88版編曲 ならむら Curse of IRON PIPE 空の水源 サミエル Dodge 遺跡の住人 ならむら Inferno 灼熱洞窟 サミエルSC88版編曲 ならむら Dangerous Raid バハムート戦 サミエルSC88版編曲 ならむら Sacred Tomb 太陽神殿 ならむら Wise Men 四賢者 ならむら M.U. 死滅の間 ならむら High-Speed Beast エルマック戦 ならむら Grand Ritual 双蓮迷宮 ならむら Legendary Small Beauty 妖精の部屋 ならむら Mother will be awakened 聖母の祠 ならむら Wonder of the Wonder 迷いの門 ならむら Giant s Cry 巨人墓場 サミエルSC88版編曲 ならむら Sabbat バフォメット戦 サミエル Moon Light Dance 月光聖殿 サミエルSC88版編曲 ならむら GIGA-MAGMA 滅びの塔 ならむら In the bottom ヴィー戦 ならむら Sky Tower 女神の塔 ならむら Fairy 妖精出現 ならむら Song of Curry 産声の間 サミエルSC88版編曲 ならむら Ancient Machine パレンケ戦 サミエルSC88版編曲 ならむら Death Game 次元回廊 サミエル Interstice of the dimension ティアマト戦 ならむら Awakening 真聖母の祠 ならむら編曲 サミエル Last Battle? ラストバトル前半 ならむら Good Night Mom ラストバトル後半 サミエルSC88版編曲 ならむら Escape!!! 脱出シーン ならむら Run toward the sun エンディング ならむら GAME OVER ゲームオーバー ならむら 行進曲「威風堂々」 -空中戦のテーマ- Edward William Elgar編曲 ならむら アイネ・クライネ・ナハトムジーク -573星のテーマ- Wolfgang Amadeus Mozart編曲 サミエル 舞踏組曲「ガイーヌ」より「剣の舞」 -瞑想のパオラ- Aram Il ich Khachaturian編曲 ならむら この胸のむきむき ならむら 歯が痛い告白 ならむら 伝説の樹の下でタイマン ならむら 真夜中のジャングル ならむら Treasure sealed off 地獄聖堂 ならむら